Palazzo Martinengo Cesaresco al Novarino è uno dei numerosi palazzi nobiliari nel centro storico di Brescia. Qui si tengono mostre ed è possibile partecipare ad un tour di 30 minuti che si tiene ogni giorno dall’infopoint di Piazza del Foro che esplora i resti delle terme romane. Quando si ammirano i reperti esposti non si può far altro che rimanere sbalorditi dal perfetto stato di conservazione dei colori di ciotole e lastre decorative.
Il che fa pensare: come si ottenevano questi colori in antichità?
Sappiamo che per i romani i colori avevano una particolare importanza per esprimere le emozioni. Venivano ottenuti da elementi naturali, come dalla cottura di minerali insieme a sale e soda per il color verderame (detto aerugo) oppure trovando gli elementi direttamente in natura, come il giallo detto auripigmentum, ottenuto dall’orpimento delle miniere della Siria, e il nero dalla grafite.
L’arte longobarda, diffusa in Italia dal VI secolo, era legata principalmente all’oreficeria, usando oro, argento e avorio. Per quanto riguarda la pittura, gli esempi più sbalorditivi rimangono gli affreschi religiosi. Stanziandosi in Italia i longobardi unirono elementi della propria tradizione con quella tardo-romana fornendo le basi per la nascita della cultura medievale europea.
Cinabro e altri colori caldi erano facilmente reperibili da elementi naturali quali le terre, mentre colori come il blu e il ceruleo, difficilmente ottenibili, erano molto costosi, in alcune culture addirittura associati alle divinità.



Ci sarebbe molto da dire e molto da scoprire su queste culture, per questo una visita al Museo Santa Giulia e al percorso archeologico di Palazzo Martinengo Cesaresco è caldamente consigliata!
Dimmi cosa ne pensi di questo argomento con un commento qui sotto e non dimenticare di iscriverti alla newsletter!
Rispondi