Padova, famosa città universitaria in Veneto, è una meta perfetta per una gita da fare in giornata. Magari in due giorni si può godere tutto quello che può offrire, ma io e una mia amica (nonché compagna di viaggio) siamo riuscite comunque a vedere tutto quello che ci eravamo prefissate di vedere in un giorno.
Consiglio di raggiungere Padova in treno: la stazione è molto vicina alla Cappella degli Scrovegni e ai Musei Civici Eremitani, dove gli studenti universitari hanno uno sconto all’ingresso. Per sicurezza, consiglio di prenotare l’ingresso alla Cappella, se non lo fate c’è il rischio che si arrivi e non ci sia posto. Noi non siamo riuscite a prenotare, ma fortunatamente per quel girono (infrasettimanale e fuori stagione) c’erano dei posti liberi in diverse fasce orarie dal pomeriggio.
Dopo aver visitato i Musei Civici Eremitani e aver dato una sbirciatina alla Chiesa degli Eremitani (dove si stava tenendo un matrimonio), ci siamo così dirette verso il centro: proseguendo praticamente sempre dritti si arriva in Piazza della Frutta, Piazza delle Erbe e Piazza dei Signori. In queste piazze, tutte adiacenti tra di loro, si svolge il mercato e in particolare nella Piazza dei Signori si può ammirare un bellissimo orologio astronomico, particolare perché manca nel quadrante dei segni zodiacali quello della bilancia! Probabilmente questo è dovuto dal fatto che si era utilizzato come riferimento teorico l’astronomia greca, quando la Bilancia non era stata definita come costellazione autonoma (le sue stelle erano parte della costellazione dello Scorpione).
Queste tre piazze sono davvero grandi: Piazza delle Erbe, a sud del Palazzo della Ragione, era anche detta “della Biada” e poi “del Vino” per i mercati che si svolgevano qui. Principalmente all’epoca si vendevano cose poco pregiate e oltre al mercato si svolgevano anche altre attività: alle scale del Palazzo della Ragione arrivava la Corsa del Palio e sempre sulla facciata del Palazzo dal 1838 si esponevano i numeri dei vincitori del lotto, un gioco istituito dalla Repubblica Veneta nel 1734. Oggi in questa piazza si possono vedere il Palazzo del Podestà (del Cinquecento), i segni delle bombe cadute con la Prima Guerra Mondiale e uno dei più particolari mercati all’aperto, con tante bancarelle di fiori che riempiono di colori e profumi la piazza.
In Piazza della Frutta (o dei Frutti, in passato detta anche del “Peronio”) si vendeva in passato carne di selvaggina, pesce, uova ma anche carne arrostita e verdure, oltre che ad uccelli pregiati come i falconi. Qui si trova una colonna romanica con un parallelepipedo in pietra d’Istria, il capitello sottostante presenta delle incisioni di verdure, alberi e frutti. Qui si teneva anche una festa il primo giovedì di maggio, i cittadini si sfidavano al palo della cuccagna e il vincitore riceveva in premio una borsa e dei guanti, per questo questa festa si chiamava anche “Festa della Borsa”.
Piazza dei Signori è circondata da case porticate, arricchite da terrazze meravigliose con cornicioni in ferro battuto antichi, dalla chiesa di San Clemente e il Palazzo del Capitano, con la sopramenzionata Torre dell’Orologio. La piazza deve il nome dal fatto che qui sorgeva il Palazzo della Signoria, era in passato principalmente frequentata dai nobili e dai signori della città. Nei secoli ha assunto diversi altri nomi, come “dei Trionfi” per le feste che vi si svolgevano: tra queste, abbiamo la corsa “degli asini, delle putte e degli ebrei” e la caccia al toro del giovedì grasso (tra l’altro anche a Brescia ci sono state corse con tori e meretrici, seppur rimangono pochissimi documenti al riguardo). Passando sotto l’orologio, si arriva in una bella piazzetta fresca, ricca di verde e dove si trova la sede dell’università di lettere.
Da qui si arriva velocemente al Duomo di Padova, la Basilica Cattedrale di Santa Maria Assunta: venne edificata sopra una cattedrale paleocristiana e l’attuale cattedrale venne consacrata nel 1075, il duomo venne però completato solamente nel 1754. Nel XIV secolo si tenevano nella sacrestia gli esami dei laureandi in legge, in chiesa quelli delle altre facoltà, mentre la licenza e la laurea si conferivano dal Vescovo in piazza.
Arrivata l’ora del pranzo, siamo andate in cerca di un posto per mangiare, considerato che a Padova ci sono diversi piatti tipici: baccalà mantecato (il più buono si può acquistare alla Rosticceria Pollodoro, vicino alla Basilica di Sant’Antonio), i paccheri al ragù di anatra, baccalà con polenta, le tagliatelle radicchio, pancetta e taleggio e tanti altri.
Dopo una rapida pausa pranzo siamo tornate alla Cappella degli Scrovegni, cappella della Famiglia Scrovegni affrescata da Giotto di Bondone nei primi anni del XIV secolo, davvero un’esperienza incredibile: inizialmente bisogna attendere di entrare alla cappella in una sala di compensazione dove si può assistere ad un filmato molto interessante sul lavoro di restauro, effettuato in tempi recenti, e sulla spiegazione delle varie raffigurazioni. Di sicuro non avremmo mai notato le scene presenti in alto come il primo bacio della storia dell’arte, quindi è stato un modo interessante e produttivo per attendere il proprio turno. Gli affreschi riguardano principalmente scene bibliche ed evangeliche, la mia preferita è quella del giudizio universale: si può ammirare in tutta la sua complessità la scena delle anime pie che ascendono in paradiso e quelle dei peccatori condannate alle torture dell’inferno. Siamo state anche molto fortunate che la custode ci ha raccontato qualche piccolo aneddoto (per esempio, Giotto ha raffigurato Dante tra le anime all’inferno perché il Sommo Poeta mise un membro della famiglia Scrovegni nell’inferno della Divina Commedia).
Dopo questa visita siamo tornate verso il centro e, insieme a due miei amici che vivono e studiano a Padova, ci siamo spinte oltre, verso Prato della Valle: si tratta di una piazza pubblica imponente, non a caso è la seconda più grande d’Europa. Qui ci sono sempre tantissimi studenti e famiglie che passano un piacevole pomeriggio all’ombra degli alberi. La piazza si compone di una parte verde, detta Isola Memmia, circondata da un canaletto e sul bordo sono presenti 78 statue delle persone illustri che sono state a Padova. Dopo aver fatto qui una breve pausa acqua, abbiamo salutato i nostri amici ci siamo incamminati alla volta dell’Orto botanico dell’Università degli Studi di Padova.
Si tratta di un vero e proprio gioiello, un giardino di grandi dimensioni al cui interno è stato costruito un edificio moderno, il Giardino della Biodiversità, nel quale ci sono 1300 specie inserite nei loro diversi biomi. Ma non è solo questo che lo rende un posto imperdibile: si tratta del più antico orto botanico al mondo ancora nella sua collocazione originaria! Risale infatti al 1545, patrimonio dell’UNESCO dal 1997. Qui il tempo è proprio volato, passeggiando tra tanto verde e giochi d’acqua.
Dopo un’oretta e mezza siamo uscite e ci siamo dirette alla Basilica di Sant’Antonio di Padova. Conosciuta a livello mondiale come Basilica del Santo, La Pontificia Basilica Minore di Sant’Antonio di Padova è tra le più grandi chiese al mondo, visitata annualmente da un grandissimo numero di pellegrini e turisti. All’interno presenta non solo tesori artistici come il monumento equestre al Gattamelata di Donatello o le sue sculture bronzee del Crocifisso della basilica del Santo, statue e formelle di varie dimensioni, ma sono custodite al suo interno anche le reliquie del Santo (in particolare, l’apparato vocale, il mento e la lingua) oltre che diversi suppellettili liturgiche del santo. La Basilica è davvero imponente, a tal punto che, ogni volta che pensavamo di svoltare per l’uscita, ci trovavamo in una stanza o un giardino ricco di altre opere.
La giornata è stata davvero piacevole, Padova è una piccola cittadina molto ricca di attività e vita. Entrambe abbiamo pensato che è stato un peccato non riuscire a fermaci per un aperitivo, ma tra tutte queste attrazioni che abbiamo visitato ce ne erano molte altre da vedere, quindi torneremo in futuro!
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