Di recente è stato possibile vedere dei preparativi per il centro: dopo una settimana di lavori in corso, Piazza Vittoria è finalmente pronta ad ospitare le vetture della Mille Miglia, diventando un vero e proprio palcoscenico, una passerella con tanto di red carpet per tutte le vetture d’epoca.
Ormai la Mille Miglia è famosa in tutto il mondo, grazie a film, giochi da tavolo, videogiochi, canzoni e comunque grazie alla sua fama. Questo è uno dei periodi dell’anno in cui Brescia si prepara ad accogliere un grande numero di turisti internazionali. Però non tutti sanno alcuni particolari legati a questa gara.
Ma è una maledizione?
Tutti i bresciani sanno che devono avere con sé un ombrello il giorno della partenza e dell’arrivo delle vetture. Non importa quello che dicono le previsioni, pioverà sempre in queste due date, a dire il vero si tratta di una tradizione che risale ancora alla primissima gara novantacinque anni fa (marzo 1927).
Perché questo nome?
La risposta è semplice: uno degli ideatori della gara, Franco Mazzotti, era tornato da poco da un viaggio negli USA e, dal momento che si era calcolato che le vetture avrebbero percorso una distanza pari a 1.600 km, Mazzotti convertì i kilometri in miglia. Fu così che 1.600 km divennero 994,1939 miglia, arrotondato a 1.000 miglia.
Un patrimonio dissonante
La Mille Miglia è una gara automobilistica, creata negli anni dell’elogio alla velocità, al dinamismo, alla meccanica e al movimento. Oggi la si ama in tutto il mondo, torniamo tutti quanti un po’ bambini quando vediamo queste auto appartenenti ad un’altra epoca che viaggiano per le strade di Brescia. Si tratta però di un esempio di patrimonio dissonante (o dissonant heritage, tema di cui parlerò meglio in futuro), ovvero una eredità proveniente da un periodo storico con il quale non condividiamo più ideologia o princìpi morali. La gara venne inizialmente appoggiata dal regime fascista, infatti il Ventennio andò ufficialmente dal 1922 al 1943. A Brescia sono tante le testimonianze del patrimonio dissonante, la prima a cui si pensa è chiaramente Piazza Vittoria, ma ci sono anche esempi nella provincia, come a Lavenone. Parleremo di tutto questo però in un altro articolo.
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