Giorno 1: il viaggio

L’8 maggio sono partita con l’aereo diretto a Napoli. Come primo giorno: check in a Ischia e visita di Procida

Ho preso l’aereo di mattina alle 9, così da arrivare a Napoli sempre in mattinata. Non sono riuscita a prendere però l’aliscafo a mezzogiorno, quindi ho fatto un giretto a Napoli, verso Toledo, famosa per la bellissima fermata della metropolitana e comunque non troppo distante dal porto, anche se c’è un pezzo di strada da fare in salita. Ho pranzato in un piccolo vicolo lontano dalle arterie principali: qui mi sono fatta arrivare una squisita e fumante pizza margherita (pronta in pochissimi minuti!) e la ristoratrice è stata così premurosa da offrirmi anche del limoncello dopo aver mangiato.

Sono quindi scesa comodamente al porto, in perfetto orario: ho avuto modo di conoscere questa gentile coppia di Verona che, come me, erano impegnati a cercare la biglietteria dell’aliscafo. Come ho già accennato, è importante tenere a mente la differenza tra aliscafi e traghetti, perché le biglietterie sono diverse e distanti, oltre al fatto che le tratte possono differire.

Da qui sono andata subito a Ischia, dove ho potuto fare il check in. L’hotel dove ho soggiornato, chiamato Hotel Rivamare per la vicinanza alla spiaggia, si trova vicino al porto di Ischia Porto: il comune è collocato nella parte a nord est dell’isola e da qui partono la maggior parte di traghetti e autobus, per questo è comodo trovare un alloggio qui. Si tratta comunque di un centro abitato molto caratteristico e tranquillo, seppur turistico e con diversi alberghi, bar e ristoranti.

Estratto dal diario di viaggio

Ho fatto una sosta a Napoli: l’atmosfera qui è sempre unica, con le persone, la vivacità dei vicoli, gli edifici. Ischia invece è diversa: anche qui nel porto c’erano molte persone – e taxi, al punto che sembrava che ci fossero più taxi che persone – ma appena ho svoltato in una piccola via laterale già non si sentiva nessun rumore di traffico. Le stradine qui hanno tutta un’altra atmosfera, vivace ma allo stesso tempo tranquilla. Il sole va e viene, il vento anche: anche se un cielo terso donerebbe altri colori alle isole, alla natura e ai centri abitati, queste spesse nubi pesanti di pioggia donano al paesaggio un altro fascino.

Subito dopo il check in ho preso un altro traghetto per andare a Procida, la vera destinazione del primo giorno. Procida è la capitale della cultura 2022 e dal 9 aprile sono in programma 300 eventi con 350 artisti internazionali. Le parole chiave di questi eventi sono “legami, co-creazione, dimensione internazionale, inclusione ed ecosostenibilità”.

Procida è un’isola graziosa e piccola, percorribile tutta a piedi, ma che ha una storia davvero antica: Marina di Corricella ad esempio deve il suo nome dal greco “kals” che vuol dire “bel posto”, si tratta del borgo più antico dell’isola, famoso per le sue casette colorate disposte a semicerchio sul porto, le scalette e i piccoli vicoli che percorrono tutto il borgo. Altri posti imperdibili sono Casale Vascello dopo Marina di Corricella, Terra Murata (un borgo a picco sul mare), la Spiaggia della Chiaiolella con il suo piccolo borgo di pescatori, i Faraglioni di Procida e la Spiaggia del Postino.

A Procida è presente anche una riserva naturale, sulla quale però è impossibile accedere, localizzata sull’Isolotto di Vivara, collegato all’isola tramite un ponte. Questo isolotto è comunque ben visibile sulla parte ovest dalle imbarcazioni.

Per evitare di perdere i traghetti del rientro (disponibili fino alle 20:30 circa) ho preferito tornare ad Ischia per cenare, così da poter tornare subito comodamente all’hotel. Comunque è stata una buona idea: nel ristorante convenzionato con il mio hotel, il Giardino degli Aranci, ho assistito ad un simpatico e divertente spettacolo. Qui tutte le sere ci sono spettacoli di musica dal vivo e anche il gestore del locale è un signore davvero simpatico e pronto a prendere in mano il tamburello per accompagnare i cantanti.

Procida è un tesoro. Piccola, carica di storia, tipica. Qui mi sono sentita senza pensieri, l’isola è in grado di farti staccare dal solito tran tran. Ora sono alla spiaggia del postino, con il sole che sta per tramontare all’orizzonte: è ancora alto ma si sente comunque la frizzante aria notturna. Questa spiaggia, con il suo odore della salsedine, il rumore delle onde e la sua atmosfera, è in grado di farti rilassare. Una parte di me si sente come a casa, nonostante io abbia il cellulare scarico e stia usando come cartina una mappa stampata in bianco a nero.

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